Il formalismo essenziale di Mariko Isozaki
Maurizio Scudiero
Negli ultimi decenni la cosiddetta “globalizzazione” ha portato sin dentro il nostro personal computer la conoscenza di luoghi, usanze e culture distanti e contrastanti tra loro. Il nostro personale bagaglio di conoscenze si è così arricchito, ma al tempo stesso, in molti casi, il percorso “inverso” di questa globalizzazione ha in un certo senso “inquinato” quelle culture che proprio in virtù della loro apparente “chiusura” avevano sino ad allora conservato miti e riti secolari.
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UN'IMMAGINAZIONE ORGANICA
Enrico Crispolti
on v’è dubbio che una costante della ricerca plastica di Mariko Isozaki, fra lo scorcio estremo degli anni Novanta del Novecento e questo primo decennio del Duemila, risulti un’immaginazione organica fitomorfica, che naturalmente adombra un profondo rapporto con la natura vegetale fruttigena. Il suo, insomma, è un immaginario che si riconosce nell’esaltazione fantastica delle virtualità plastiche analogiche di frutti (soprattutto) ma anche, direi, di fiori.
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